
LOS ANGELES E LA FINE DI UN GRANDE VIAGGIO!
Palme, spiagge, cinema e tramonti infuocati sono le prime cose che ti mancheranno quando ripenserai a Los Angeles. Eppure eri partito con l’idea che non ti sarebbe piaciuta, che non avresti trovato nulla di interessante, di autentico. In fondo, quante volte si sente dire “Los Angeles è brutta”? Poi arrivi nella Città degli Angeli e ti metti al volante nel caos delle sue strade… Sono davvero così brutte? Umm… Sì! Ma il navigatore ti salverà proponendoti percorsi secondari! È proprio lì, nell’inesplorato intreccio di quelle vie misconosciute, che Los Angeles in qualche modo ti sorprenderà. Se ti sei perso i precedenti episodi del nostro giro del mondo CLICCA QUI.

LOS ANGELES – 3 giorni DIARIO DI VIAGGIO
- COSA ASPETTARSI DA LOS ANGELES: i contrasti della California!
- INFORMAZIONI PRATICHE: clima, hotel, mezzi, attrazioni, cibo.
- 1° GIORNO: dalle stelle alla scritta di Hollywood
- 2° GIORNO: da Beverly Hills a Santa Monica
- 3° GIORNO: un saluto a colori da Venice Beach

COSA ASPETTARSI DA LOS ANGELES: I CONTRASTI DELLA CALIFORNIA!
Los Angeles può apparirti bella e orrenda nello stesso istante o in momenti diversi, dipende con quali occhi la stai guardando. Occhi del turista o occhi di chi ama andare oltre? Se sei turista non troverai nulla che possa rapirti il cuore. La famosa Walk of Fame, la scritta di Hollywood, la ruota di Santa Monica, i negozi di Beverly Hills… niente di tutto questo potrà impressionarti e farti dire “Wow che bella Los Angeles”… al massimo un “Ma sì.. è simpatica”. La sua vera bellezza va ricercata nelle cose su cui nessuno si sofferma.

LOS ANGELES: IL BELLO E IL BRUTTO!
Los Angeles è un concentrato di California: la terra del sole, allegra, frivola e squisitamente americana. Ci sono mille modi per respirare la California a Los Angeles: il vento di Malibù, il molo di Santa Monica, gli skaters di Venice Beach, le palme di Beverly Hills… quella sua aria calda ma frizzantina, e soprattutto spensierata, ti mette sempre di buon umore. Ecco perché l’abbiamo amata tutti nei film.

Purtroppo, però, ovunque ti giri il degrado è sempre dietro l’angolo, come in tutte le città dell’ovest. Restare indifferenti è difficile, i contrasti sono parte integrante di quel tessuto urbano, ne costituiscono l’essenza. Il primo impatto con Los Angeles confonde e disorienta. Superata quella fase, si passa alla ricerca di ciò che non si coglie all’apparenza ed è lì che inizia la vera vacanza a Los Angeles, non quella del visitatore ma dello scrutatore o del sognatore. D’altronde, se siamo nella città dove tutti inseguono grandi sogni, un motivo ci sarà.

LOS ANGELES INFORMAZIONI PRATICHE
QUANDO ANDARE: il clima di Los Angeles permette di visitarla in qualunque momento dell’anno. La stagione migliore è quella primaverile, da aprile a giugno, quando le giornate sono soleggiate senza dover patire il caldo torrido dell’estate; un’alternativa è l’inizio dell’autunno.
DOVE DORMIRE: consigliata la zona di West Hollywood o di Beverly Hills. Di hotel a Los Angeles ce ne sono per tutte le tasche, alcuni esempi:
- Mondrian Los Angeles in West Hollywood: hotel 4 stelle in una zona di lusso, ideale per coppie.
- Ramada Plaza West Hollywood Hotel and Suites: hotel 3 stelle, con ottima la posizione tra Hollywood e Santa Monica.
- Rodeway Inn Hollywood near Melrose Ave: hotel 2 stelle, con un buon rapporto qualità-prezzo, perfetto per soggiorni brevi e low cost.
DOVE MANGIARE: di ristoranti e fast food ne avrete solo l’imbarazzo della scelta. Sedetevi dove più vi ispira, tanto i prezzi saranno alti ovunque, è una caratteristica dell’ovest americano! Un posto che ho amato è il Farmer Market, ideale per gustare un po’ di street food senza prosciugare il portafoglio.
COME MUOVERSI: su questo c’è ben poco da dire. Se non avessi avuto un’auto a disposizione, probabilmente, sarei entrata anch’io nel club di chi detesta Los Angeles! Traffico a parte, unica nota dolente sono i parcheggi! Troppo cari, ma il gioco vale di certo la candela.

COSA VEDERE A LOS ANGELES: TOP 10 MUST SEE
- Hollywood Sign
- Walk of Fame
- Griffith Observatory
- Beverly Hills
- Downtown
- Santa Monica
- LACMA Urban Light
- The Grove
- Farmer Market
- Venice Beach
Attrazioni extra da valutare in base ai giorni disponibili: Getty Museum, Universal Studio, Disneyland, Malibù, Santa Barbara.

LOS ANGELES DIARIO DI VIAGGIO
1° GIORNO A LOS ANGELES: DALLE STELLE ALLA SCRITTA DI HOLLYWOOD!
Los Angeles è l’ultima tappa del nostro giro del mondo. Dopo 32 lunghi giorni trascorsi a “circumnavigare” con l’aereo la terra, siamo giunti al termine di questo grande viaggio. La stanchezza si fa sentire adesso, non vogliamo né strafare né stressarci in alcun modo. Pertanto, iniziamo questa prima mattina con molta calma, senza orari. La passeggiata sulla Walk of Fame è il modo più turistico per entrare nel vivo della città, ma non si può farne a meno. Vediamo che cosa ci riserva.

Alle 11.00 stiamo già calpestando le famose stelle rosa e dorate sul marciapiede. Mi capita subito quella di Michael Jackson e guarda caso.. cosa sentono le mie orecchie? La sua canzone! Mi giro tra la folla che si accalca a pochi metri da me. Verrà da lì quella musica? Sì.. c’è proprio il sosia di Michael Jackson che sta ballando in maniera strabiliante su quelle note! Il primo sorriso Los Angeles me lo strappa così senza nemmeno avvertire.
Ci troviamo nel viale più famoso della città e se mi guardo intorno vedo un mix di colori e luci al neon accese in pieno giorno! Siamo circondati da fiumi di gente che si scattano selfie nelle posizioni più strane: chi si butta a terra per far vedere meglio la stella, chi fa la foto ai piedi, chi si filma con gli artisti di strada. Guardo i negozi, sono tutti di souvenir! Lì dentro ci si perde tra enormi pareti di calamite e tazze con la scritta LA.

Dentro di me le sensazioni sono molto contrastanti. È tutta qui Los Angeles? Turisti che sgomitano per una stella sul pavimento e auto che gli sfrecciano, seminando smog nell’aria? Uno scenario decisamente pacchiano, che a tratti emana anche un certo squallore, eppure per una qualche ragione ti mette allegria.
Ecco perché non sono scappata da lì all’istante, perché mi faceva sorridere. E pensare che quella strada doveva essere l’attrazione migliore di Los Angeles.. Evidentemente dovevo cercare altrove, se non volevo che questa città facesse la stessa fine di San Francisco. Arriviamo nella piazzetta commerciale dell’Hollywood Highland Center, mi sembra di averla già vista.. Eh sì, era la scena di qualche film.

Saliamo sul ponte e il cielo si annuvola, mi chiedo cosa ci faccio ancora qui. In lontananza la scritta di Hollywood fa magicamente la sua comparsa. Rimango perplessa, ma ipnotizzata. Quanto potere può avere una scritta in cima alla montagna? Ne avevo viste di simili in Transilvania, molto belle e seducenti. Questa, però, aveva qualcosa in più: si trascinava dietro anche i sogni della gente, le ambizioni, i desideri; era capace di sfidare il vento e la pioggia, di trasmettere sicurezza in chi la guardava. Un po’ come a New York, iniziavo a sentire una nuova energia motivazionale.
“Prendiamo la macchina e avviciniamoci alla scritta il più possibile”. Quella era la direzione che avrebbe preso la giornata.

LA SCRITTA DI HOLLYWOOD CI È COSTATA UNA MULTA!
Ho imparato che un navigatore come Waze non sai mai cosa ti riserva. E così, dopo aver impostato quel punto in cui la scritta sembra toccarsi con un dito, ci perdiamo in mille strade sconosciute di Los Angeles. Curva dopo curva, è come entrare in un piccolo mondo perduto. Deliziose villette e panorami inediti nascosti tra gli alberi, si svelano lentamente ai nostri occhi. Ma siamo ancora a Los Angeles? Certo che sì, ma non mi sembra possibile. Sono incantata da quelle ville immerse in una natura rigogliosa, casette incredibilmente curate, alcune sofisticate ed eleganti (proprio da vip!), altre piuttosto rustiche e fiabesche alla Hansel e Gretel.

Chi avrebbe potuto dirci che Los Angeles era anche questo! Probabilmente è un aspetto che non interessa a nessuno. Io, invece, avrei voluto fermarmi ogni secondo per godermi quelle vie residenziali completamente sconosciute! Ma tanto sarebbe stato inutile: certe emozioni non puoi immortalarle, puoi solo viverle e custodirle dentro di te.
Ad un certo punto usciamo da quell’intreccio magnetico di case e arriviamo al fatidica collinetta sotto la scritta. “Dobbiamo trovare parcheggio e proseguire a piedi…” beh non avevo ancora capito quanto ciò potesse essere difficile a Los Angeles e soprattutto quanto potesse costare! Quasi ti fa pentire di noleggiare una macchina, ma non hai alternative.. o prendi un’auto con tutte le rogne del caso o ti perdi la parte migliore di Los Angeles! E tra le rogne mettiamoci in conto anche il rischio di una multa. L’avevamo già messo in conto? Naturalmente no.
Ecco perché era strano aver trovato un posto proprio a due passi da quel luogo gettonato. Nessun cartello indica la sosta vietata, eppure lo era. La gente parcheggia e scende serenamente, ciò ci tranquillizza a tal punto che via… in un batter di ciglio siamo già sulla collina. Non ci sono in realtà tantissimi turisti e la visuale della scritta è davvero ravvicinata.

Avrei voluto seguire un percorso che porta proprio in cima a quelle lettere, sarebbe stata un’esperienza memorabile, ma non ero riuscita ad organizzarla. Pazienza, sarà il nostro drone a sfiorare la vetta di Hollywood! Che figata… ma è legale? Non ne ho idea, so solo che non possiamo rinunciarci.
Ad un certo punto sbuca un elicottero nel cielo e si avvicina alla scritta! Meglio ritirare immediatamente il drone da lì, non vorrei passare la prima sera alla centrale di polizia di Los Angeles! Il sole sta calando, è ora di raggiungere il posto migliore per vedere il tramonto. Peccato che il cielo sia ancora di quel triste grigiume da stamattina.. ed io che speravo di trovare il bel sole della California. Diciamo che come prima giornata di sole ne abbiamo visto poco e niente ma di sorrisi, in fondo, tanti.
GRIFFITH OBSERVATORY: IL MIO POSTO DEL CUORE A LOS ANGELES!

Ritorniamo alla macchina e sorpresa… no, non c’era la famosa multa! Quella arrivò dopo un mese direttamente in Italia tramite l’agenzia di autonoleggio! Chi ci pensava più a quella sosta sulla collina sperduta di Los Angeles.. Vabbè, anche se amaro, ci ha strappato comunque un ultimo sorriso.
La strada è lunga per il Griffith Observatory, riusciremo ad arrivare in tempo per il tramonto? Ho qualche dubbio, ma alla fine eccoci al parcheggio dell’ingresso. Questa volta è tutto regolare e organizzato, per fortuna! La luce sta iniziando a cambiare sui grattacieli, li scorgo subito in quella fitta distesa urbana che sconfina l’orizzonte. Tutta Los Angeles in un colpo solo ti mette quasi paura! Un po’ com’era stato per Shanghai poche settimane prima. Di panorami più spettacolari al mondo ce ne sono tanti, ma questo ha una sua piccola magia intrinseca a cui è facile legarsi in modo indissolubile. Come se tutta la vacanza, i sogni, le emozioni vissute anche nei giorni precedenti, si raccogliessero improvvisamente lì per dirsi addio.

L’ATTIMO FUGGENTE DEL TRAMONTO
Vi capita mai di sentire il rumore del mondo? È come un richiamo da lontano. Mi fermo sempre ad ascoltarlo e mi ritrovo in un posto diverso. Oggi è Los Angeles, non so perché, ma doveva essere qui. Sento Downtown che si prepara alla sera. Le persone si stanno radunando su quest’altura per osservare il tramonto o per lasciar andar via qualcosa… i pensieri negativi forse. Quelli miei di stamattina, per esempio, sulla Walk of Fame, inspiegabilmente, si sono dissolti.

Ci si affretta a fotografare gli ultimi raggi di sole che s’infiltrano tenui fra i nuvoloni scuri. Qualcosa inizia già a luccicare illuminando il panorama. Intorno a noi un trambusto di voci, risate, flash che si attivano; c’è una grande eccitazione per quell’attimo fuggente… finché cala il silenzio della notte e non resta più nessuno. La città è un tappeto di luci scintillanti e sfumature di viola. Non so cosa abbiamo vissuto precisamente perché non era New York, né Parigi, né nessun’altra favolosa città che subito sa come stregarti il cuore… eppure qualcosa è rimasto.
2° GIORNO A LOS ANGELES: DA BEVERLY HILLS A SANTA MONICA!
- Beverly Hills: Rodeo Drive
- The Grove – Farmer Market
- Santa Monica
- LACMA
Svegliarsi con l’idea di andare a fare shopping sulla Rodeo Drive penso sia il sogno nascosto di ogni donna! Non perché sia un viale più bello degli Champs-Elysées o della Fifth Ave. Semplicemente perché nella nostra testa risuona la colonna sonora di Beverly Hills 90210! Non ditemi di no… quanti ricordi. Passeggiare sotto le palme della Rodeo Drive ti ruba pochi minuti se non hai intenzione di acquistare, non c’è niente da visitare è solo una via di palme e negozi di stralusso.

Vogliamo parlare di Louis Vuitton a Los Angeles? Lo store più bello che abbia mai visto in giro per il mondo: un edifico bianco e fucsia ultra-decorato, un po’ kitsch è vero… ma strepitoso nel complesso, ti viene proprio voglia di entrare e sperperare i soldi della tua carta di credito! Ecco perché siamo tornati subito al parcheggio 😀

Riprendiamo la macchina e ci avventuriamo senza meta tra le strade di Beverly Hills, fotografando di tanto in tanto le mitiche targhe delle auto. Siamo alla ricerca di una via silenziosa costeggiata da altissime palme, una di quelle strade instagrammabili che tanto rispecchiano il mood californiano. Ne scorgo una a caso dove non c’è praticamente nessuno. Per la prima volta dico “Wow… quanto mi piace questo scenario!” Il bello è che è solo una strada con le palme, ma quel viale alberato è nell’immaginario collettivo di mille film per i quali abbiamo riso, pianto e sognato grandi cose. L’essenza della California è tutta in una strada? A volte sì.

Alla fine dei conti che cosa abbiamo visto a Beverly Hills? Direi niente! Che volete che ci sia di tanto interessante?! Eppure lo ricordo con piacere, è uno di quei posti che trasmettono vibrazioni positive, leggerezza ed energia per affrontare la giornata. Oggi comunque siamo in vena di acquisti e relax, per cui ci spostiamo nella zona commerciale più graziosa di Los Angeles: il famoso The Grove. La fame inizia a farsi sentire e non c’è posto migliore del vivace Farmer Market per gustare un po’ di vero street food.

SANTA MONICA: “THE END OF THE TRAIL”
Intorno alle 16 arriviamo nel mitico molo di Santa Monica. Il sole oggi è cocente e il lungomare più famoso della California pullula di famiglie con bambini e coppiette che passeggiano mano nella mano. Le palme, anche qui altissime, fanno da sfondo ad un Oceano non particolarmente agitato, giusto qualche onda di troppo e dei surfisti che ne approfittano. Trovare parcheggio nei paraggi è abbastanza semplice e non tanto costoso. Lasciata la macchina, ci incamminiamo lungo la passerella in legno che conduce al luna park, fino a scorgere la ruota panoramica, simbolo di Santa Monica e di tutta Los Angeles.

Mi affaccio su una balconata a scrutare l’enorme spiaggia che è proprio quella dei film, né più né meno. Non mi fa un grande effetto, mi chiedo cosa ci sia di bello in quella distesa di sabbia, di fatto nulla. Eppure quante persone hanno sognato questo posto? Quante lo amano e quante ne parlano. Sicuramente c’è da guardare ancora oltre. Lo sguardo però mi cade sul nastro della gonna… “Oh no.. si è rotto!” Ma com’è successo?! Non ne ho idea! Ad un tratto mi sono ritrovata col vestito totalmente aperto! E adesso?! Con aria disinvolta mi dirigo verso le cabine posizionate all’ingresso e recupero la situazione rimettendomi la gonna che avevo a Beverly Hills, pazienza. Ci addentriamo nella spiaggia togliendoci le scarpe e ci affacciamo dalle tipiche postazioni di legno dei bagnini. Quanti ricordi di Bay Watch!

Ormai ci siamo… è l’ora del tramonto più romantico di Los Angeles. Non ne vedremo altri. L’ultimo di questo indimenticabile viaggio sarebbe stato qui, nella spiaggia più fantasticata di Los Angeles. Lo avevamo progettato 9 mesi prima e si stava realizzando sul serio. Eccoci davanti all’attesissimo cartello di Santa Monica: “The End of The Trail” – “La Fine del Viaggio“.

OK siamo davvero alla fine del nostro giro per il mondo 🙁 Avrei voluto che non arrivasse mai, ma il mio corpo in effetti era ormai stanco. Siamo partiti dalla Cina e siamo arrivati fino a qui attraversando l’Australia, il Pacifico e le Hawaii. Abbiamo percorso poi altri 2200 km on the road tra i deserti di Nevada, Utah e Arizona, compreso un tratto della leggendaria Route 66. Quel cartello rappresentava la fine di tutto. Quanta gente si stava fotografando insieme a noi… Eravamo tutti lì, ognuno con la sua storia, le sue emozioni, il suo vissuto dietro al sorriso. Quel sorriso ci accomunava, così come quel senso di soddisfazione per aver realizzato il proprio sogno, chi piccolo, chi grande. Scende la lacrima in diretta stories… era inevitabile… sono certa che molti di voi se la ricorderanno.

Cala la notte ma non vogliamo tornare subito in albergo! Abbiamo ancora un briciolo di energia per una passeggiata by night in uno dei posti più instagrammabili di Los Angeles. Sto parlando dell’Urban Light, il famoso labirinto di lampioni luminosi, installato all’ingresso del LACMA Museum. Non avevo mai visto niente di simile, davvero affascinante.

Tra quei lampioni si percepisce l’annullamento del tempo e dello spazio, la luce diventa l’unica guida tangibile. Mi assale improvvisamente la malinconia. Ripenso alle emozioni di tutto il viaggio, domani a quest’ora saremo già in volo per l’Italia. Vorrei godermi ogni secondo di questa ultima notte californiana, ma forse non ho più la forza per farlo. È realmente ora di tornare a casa.
3° GIORNO A LOS ANGELES: UN SALUTO A COLORI DA VENICE BEACH!
- Downtown
- Venice Beach
Ci svegliamo alle 9 con la nostalgia addosso. Dobbiamo salutare l’America dopo 35 giorni in giro per il mondo. Non posso e non voglio crederci… il viaggio che ho atteso da una vita si è già compiuto. Non dico che il tempo sia volato, ma quasi! Dopo aver fatto le valigie, le lasciamo in deposito e ci rimettiamo in strada. Non abbiamo programmi per queste ultime ore a Los Angeles. Se avessimo avuto più giorni a disposizione avremmo scelto certamente Malibù, ma dobbiamo accontentarci di qualcosa di più vicino, come Downtown.
Cominciamo a girare un po’ a zonzo tra quei grattacieli che avevamo visto soltanto da lontano. La scena la ruba l’architettura della Walt Disney Concert Hall, con la sua strana geometria instabile e disarticolata, impossibile non notarla!

Dove dire Ciao alla California se non in un’altra di quelle spiagge tipicamente californiane? Ultima tappa: Venice Beach.
VENICE BEACH: LA CAMDEN TOWN DI LOS ANGELES!
L’impatto con questo bizzarro posto di Los Angeles mi ha subito ricordato Camden Town di Londra, non perché ci somigliasse chissà quanto, ma per lo spirito della gente del luogo: uno spirito libero, alternativo e senza stereotipi. Chiunque lì poteva esprimere la propria personalità e la propria arte. Un luogo di colori sparsi, grandi murales, skaters, giocatori di basket e tanti strampalati artisti di strada.

Una libertà che si respirava a pieni polmoni, si coglieva con estrema immediatezza… ma allora perché sembrava non piacermi? Siamo alle solite sensazioni contrastanti. Venice Beach in fondo era soltanto un lungomare di teenagers con tatuaggi e piercing, pattinatori e bambini che pregano i padri di comprargli un gelato pieno di coloranti! Ma sì.. prendiamocelo anche noi questo cono gigantesco di gelato probabilmente transgenico.

Mi sforzavo di guardare oltre, ma non c’era proprio nulla che potesse catturare la mia attenzione. Abbiamo scelto di salutare la città in uno dei posti meno belli forse, ma va bene così. Anche il peggio può strapparti un sorriso che rimarrà nel tuo bagaglio di ricordi. Ecco sbucare la celebre scritta “Venice” sospesa su una strada, a mo’ di festone: uno dei posti più instagrammabili di Los Angeles. Mi rimanda alla mente immagini del Sud America. Ma quanto è difficile scattarsi una foto senza essere travolti dalla macchine?! Diciamo che ci sono riuscita per pura fortuna!
Ridendo e scherzando è ora di salutare definitivamente la Città degli Angeli e con essa gli Stati Uniti. Impieghiamo circa un’ora per rientrare in albergo. Durante il tragitto ripenso a tante cose, tra cui Baywatch e il tramonto a Santa Monica, chissà come sarebbe stato questa sera. Che cosa mi stavo portando dietro di Los Angeles? Che cosa mi aveva lasciato? Non lo sapevo ancora.

CIAO LOS ANGELES!
Mi cambio velocemente nel bagno dell’hotel, sono pronta per il grande ritorno a casa. Le nostre valigie sono totalmente fuori peso massimo consentito! Beh.. sfido chiunque dopo 35 giorni in giro per i continenti! Le ritiriamo alla reception e la titolare mi guarda dicendo “Signora, ha dimenticato un enorme sacco di vestiti in camera”! Eh no… non li avevo dimenticati, li avevo proprio lasciati a lei. Avevo deciso così. Non potevo portarli e non volevo neanche. Come se con quel sacco avrei lasciato a Los Angeles quel pezzo di me che non ero riuscita a decifrare. “Li può tenere. Decida lei a chi regalarli, ad un’amica, a chi ne ha bisogno. Sono suoi”.

E così andai via da Los Angeles nel buio della notte, come quando ero arrivata. Le lasciai il mio abito bianco indossato alle Hawaii, quello rosso in Arizona, quello giallo alla Muraglia, quello nero in Australia. Ognuno di quei vestiti rappresentava un pezzo importante di questo grande viaggio. Avevo respirato la vera California, non poteva esserci un finale diverso da questo. Non il solito cocktail perfetto di saluti, ma quello che ti lascia in bocca un retrogusto incerto e mille domande.
Tornerò un giorno per avere più risposte? Spero di sì, di solito non mi accontento delle cose irrisolte, mi ci appassiono.
Ciao Los Angeles! Ciao America, Australia, Asia!
Al prossimo inimmaginabile viaggio.
GIRO DEL MONDO IN 35 GIORNI
Live For Travel – Dany & Alex

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