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VIAGGIO IN GIORDANIA: ITINERARIO ED EMOZIONI SU STRADA!

Ho immaginato a lungo come sarebbe stato il mio viaggio in Giordania. Per anni ho sognato le rovine di Petra, la sabbia del Wadi Rum e il sale del Mar Morto… ma soprattutto le emozioni che mi avrebbe regalato la strada! Sì.. perché non avrei potuto fare a meno di lanciarmi all’avventura sulla strada. Un viaggio in Giordania vuol dire entrare in simbiosi con la terra: una terra nuda e cruda di una bellezza più mistica che rara, una terra santa. Della Giordania sapevo già che avrei vissuto momenti memorabili ed è per questo che non potevo più rimandare. Così.. in una notte di follia, cliccai “acquista” su un volo per Amman con partenza imminente! Fu la prima emozione che non potrò mai dimenticare. Se anche tu stai sognando un viaggio in Giordania fai da te, non perdere i nostri consigli e il racconto completo della nostra esperienza.

INDICE DEI CONTENUTI

  • COME ORGANIZZARE UN VIAGGIO IN GIORDANIA: clima, documenti, mezzi, hotel, cosa portare in valigia.
  • IDEE ITINERARI ON THE ROAD
  • DIARIO DI VIAGGIO IN GIORDANIA
  • AMMAN: cosa vedere nella capitale giordana
  • PETRA: cosa vedere a Petra in 1 giorno
  • WADI RUM: 1 notte in una bolla trasparente nel deserto
  • MAR MORTO: 1 giorno tra fanghi e piscine super lusso

COME ORGANIZZARE UN VIAGGIO IN GIORDANIA

QUANDO ANDARE: la Primavera o l’Autunno sono le stagioni migliori. Maggio è il mese ideale: temperature più miti e clima ventilato. Da evitare il caldo torrido dell’estate.

DOCUMENTI NECESSARI: 1) Passaporto con validità di almeno 6 mesi; 2) Assicurazione Sanitaria (Columbus); 3) Prima della partenza è necessario registrarsi al sito del governo (clicca qui) inserendo i propri dati personali, numero del volo, date di permanenza, email e numero di telefono. Una volta inviato il modulo, si riceverà una mail con un QR code da mostrare al momento del check-in. Bisogna, inoltre, stampare e compilare anche questo modulo (clicca qui); 4) Visto d’ingresso: si paga all’arrivo in aeroporto e ha un costo di 40 JD (circa 50 euro); se invece acquistate il Jordan Pass (clicca qui) in anticipo il vostro visto sarà incluso nel pass.

JORDAN PASS Sì o NO? Se acquistate il Jordan Pass online prima della partenza, avrete accesso libero a ben oltre 40 attrazioni, nonché il visto per entrare nel paese. Esistono 3 tipi di Jordan Pass a seconda di quanti ingressi al sito di Petra avete in programma: Wanderer (1 giorno a Petra, costo: 70 JD), Explorer (2 giorni consecutivi a Petra, costo: 75 JD), Expert (3 giorni consecutivi a Petra, costo: 80 JD). Vi consigliamo il Wanderer o al massimo l’Explorer.

COME MUOVERSI: i mezzi pubblici dimenticateli! Sarà l’auto la protagonista del vostro viaggio in Giordania. Prenotatela online scegliendo una specifica categoria di vettura (es. SUV). Tutte le compagnie di autonoleggio si trovano all’uscita del terminal sulla vostra destra.

5 CONSIGLI PER VIAGGIARE SICURI NELLE STRADE DELLA GIORDANIA

  1. Portate molta acqua e snacks per il viaggio.
  2. Attenzione ai dossi invisibili sulla strada: sono davvero numerosi e presenti soprattutto nei centri abitati, ma anche al di fuori di essi; si mimetizzano con l’asfalto e non vengono sempre segnalati! Dopo un po’ ci si fa l’abitudine ma all’inizio può essere pericoloso!
  3. Fate spesso benzina: i benzinai non mancano anche nelle zone più desertiche; per non rischiare comunque non aspettate mai il rosso per fare il pieno!
  4. Posti di blocco della polizia: ne incontrerete tantissimi, non preoccupatevi di essere fermati, faranno i classici controlli o vi liquideranno in 30 secondi con un semplice sorriso 🙂
  5. Assicurazione completa con assistenza h24: aggiungetela sempre al costo del noleggio e viaggerete senza pensieri!

DOVE DORMIRE: in generale la Giordania è un paese abbastanza economico, per cui è possibile concedersi anche qualche notte a 5 stelle nel deserto e/o nel Mar Morto che ha un costo più alto.

VIAGGIO IN GIORDANIA: HOTEL CONSIGLIATI

  1. Amman: Grand Hyatt Amman (hotel 5* con piscine coperte e all’aperto); Shams Alweibdeh Hote Apartments (hotel 3*, economico con cucina e parcheggio gratuito)
  2. Wadi Rum: Bubble Luxhotel Wadi Rum (hotel 5*), lussuose bolle trasparenti con pacchetto in mezza pensione.
  3. Petra: Venus Hotel (hotel 3*), a pochi metri dal Visitor Center, ottimo ed economico.
  4. Dead Sea: Kempinski Ishtar Dead Sea (hotel 5* il più lussuoso del Mar Morto!); Holiday Inn Resort Dead Sea (hotel 5* con il migliore rapporto qualità-prezzo).

COSA PORTARE IN VALIGIA: in un viaggio in Giordania non può mai mancare un cappello per il sole, o meglio ancora un turbante arabo, per coprire il capo da possibili insolazioni. Si consiglia di portare abiti leggeri di cotone o lino, dai colori chiari, e scarpe ultra comode. Il vostro zaino dovrà sempre essere fornito di acqua in bottiglia o in borraccia termica e qualche giacca per gli sbalzi di temperatura del deserto. Non dimenticate di portare le medicine essenziali: antibiotici, antidiarroici, antiemetici, antipiretici, anti-infiammatori e cortisone.

VIAGGIO IN GIORDANIA: 5 IDEE DI ITINERARIO ON THE ROAD

Di on the road in Giordania se ne possono pensare tanti, dipende tutto dai giorni a disposizione. Ecco le nostre proposte di itinerario:

  • 5 giorni: Amman, Wadi Rum, Petra, Dead Sea.
  • 8 giorni: Amman, Jerash, Wadi Rum, Petra, Wadi Mujib, Dead Sea.
  • 10 giorni: Amman, Jerash, Madaba, Betania, Wadi Rum, Petra, Wadi Mujib, Dead Sea.
  • 15 giorni: Amman, Jerash, Madaba, Betania, Wadi Mujib, Dead Sea, Karak, Shobak, Petra, Wadi Rum, Aqaba, Strada dei Re.

DIARIO DI VIAGGIO IN GIORDANIA

  • 1° GIORNO: arrivo in Giordania in piena notte e primi imprevisti!
  • 2° GIORNO: Amman: cosa vedere nella capitale
  • 3° GIORNO: Una notte in una bolla trasparente nel deserto!
  • 4° GIORNO: Safari nel Wadi Rum insieme ai beduini!
  • 5° GIORNO: Le meraviglie di Petra e i nostri 24 km a piedi!
  • 6° GIORNO: Una notte nell’hotel più lussuoso del Mar Morto

ARRIVO IN GIORDANIA E PRIMI IMPREVISTI IN PIENA NOTTE!

Alle 11 di sera scorgo per la prima volta la Giordania dal finestrino dell’aereo. È buio pesto ma all’improvviso ecco le luci di Amman all’orizzonte: che metropoli pazzesca, la vista toglie il fiato!

L’aereo inizia a virare verso sud per raggiungere l’aeroporto. Di botto quelle luci scompaiono e ritorna il buio assoluto. Ma com’è possibile? Non c’è traccia di vita se non una fila di lucine che si muovono sull’acqua! Aspetta un attimo… quella macchia oscura non può essere acqua.. Avevo dimenticato che sorvolare il deserto di notte fosse come sorvolare il mare! Quella scia luminosa in mezzo al nulla non poteva che essere l’unica autostrada esistente in Giordania, la Desert Highway! Wow…il solo pensiero di attraversarla mi manda in tilt!

VIAGGIO IN GIORDANIA: TUTTI I CONTROLLI PER ENTRARE NEL PAESE!

All’atterraggio una donna musulmana ci controlla passaporti e Jordan Pass in pochi minuti. Tra mascherine e burka non si comprende una parola, ma la cosa è molto breve e raggiungiamo presto un secondo check point. Qui il controllore ci invita a togliere la mascherina e fare un bel sorriso alla fotocamera 😀 Ora sì che siamo schedati per benino, finalmente si esce.. e invece no.. incredibile ma vero, c’è un terzo controllo!! Questa volta riguarda i bagagli che devono superare il metal detector prima di uscire!

Cerchiamo subito di prelevare dei contanti in aeroporto, ma le macchinette non ci danno grande disponibilità di denaro: solo 150 JD… beh si vede che ce li faremo bastare! Peccato che iniziamo a spenderli un secondo dopo averlo detto! Non possiamo fare a meno di comprare una sim card per internet presso lo stand di Zain, come ci avevano consigliato. Giunto il momento di ritirare la macchina mi sentivo già in albergo a dormire.. ma sfortunatamente comincia l’odissea di questa prima notte giordana: la compagnia di autonoleggio non si trova!

Sarà stata l’emozione o la stanchezza non lo so, fatto sta che come due scemi gironzoliamo a vuoto in tutto il terminal e anche al di fuori di esso, in cerca della scritta Alamo! Nessuno sembra saperci aiutare finché un tassista, dopo aver fatto numerose chiamate, ci conduce alla compagnia… che alla fine dov’era? Proprio davanti ai nostri occhi, insieme a tutte le altre compagnie già attenzionate almeno cento volte! Bastava avvicinarsi meglio da Enterprise per leggere il nome Alamo all’interno! Ma metterlo fuori no vero?! -.-

Pazienza, questo scherzetto ci è costato una bella mancia al tassista… che vuoi che sia, tanto siamo pieni di contanti -.- Dopo più di un’ora persa a vuoto ci immettiamo in strada verso la capitale. Ecco finalmente i grattacieli della zona più moderna, che meraviglia *_* Sono quasi le 2 di notte quando chiudo gli occhi sotto coperte arabesche. Ebbene sì… fra sole 4 ore mi sarei dovuta alzare, ma lo sapevo già… un viaggio in Giordania si consuma senza sosta.. non puoi permetterti di dormire, devi vivere a pieno quel tempo che non tornerà.

BUONGIORNO AMMAN!

Il sole sta ancora sorgendo quando mi sveglio e stranamente non mi sento stanca, ho dormito come un sasso! Alle 7 del mattino siamo i primi a salire sulla terrazza dell’hotel per fare colazione. Che si mangia qui? Pancakes freschi e un piatto di banane al cioccolato in omaggio! Direi che si comincia con gli zuccheri giusti 🙂

La nostra macchina è comodamente parcheggiata nei sotterranei dell’albergo, non ci penso proprio a spostarla da lì! Un taxi e via verso la Cittadella, il cuore antico di Amman.

AMMAN: COSA VEDERE NELL’ANTICA CITTADELLA

Eccoci giunti sulla collina più alta della capitale, Al Qala’a, una vera acropoli come quella di Atene. La somiglianza è tangibile e la vista impareggiabile. Il parco archeologico della Cittadella custodisce reperti di varie epoche storiche: romana, bizantina e persiana. La visita richiede più di 3 ore, è inevitabile… tra quelle rovine il tempo non si avverte.

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Ancora non ho ben realizzato di essere in Giordania, mi sembra impossibile. Eppure sono teenagers musulmani quelli che mi sorridono laggiù, mentre la mia gonna arabeggiante svolazza tra le colonne di Ercole da più di mezz’ora! Che fatica portare a casa gli scatti giusti.. I ragazzi se la ridono e ci chiedono una foto insieme! Ok sono davvero in un paese arabo, ora lo afferro.

AMMAN CITADEL: 5 POSTI INSTAGRAMMABILI

  • Tempio di Ercole
  • Palazzo Omayyadi
  • Cisterna Omayyadi
  • Basilica Bizantina
  • Torre di Osservazione Ayybide

Il mio posto preferito della Cittadella? Senza dubbio il Palazzo Omayyadi, un fantastico esempio di architettura islamica che in passato era una chiesa bizantina. Un pezzo incredibile di vero Oriente che vorresti soltanto incorniciare per sempre e custodire in segreto.

Il sole inizia davvero a picchiare, ma che ora si è fatta? Guardo l’orologio ed è quasi mezzogiorno, da non credere! Dobbiamo assolutamente andare via 🙁 Mi siedo sul muretto ad osservare per l’ultima volta il panorama di Amman. I famosi stormi di uccelli neri volano sugli edifici, li avevo visti in migliaia di foto su internet; beccarli però non per niente facile sono troppo veloci! Lo ammetto: quella fitta giungla di case arabe non volevo lasciarla; era capace di accendere ricordi, pensieri, riflessioni di ogni tipo. Di quelle viste in cui ti perdi e ti ritrovi mille volte nell’arco di pochi minuti.

Dove andiamo adesso? Abbiamo giusto il tempo di mangiare qualcosa in centro prima del grande viaggio verso il deserto. Rainbow Streetgli indico ad un tassista all’uscita della Cittadella, ma lui dissuade subito questa mia idea. “Non troverete nulla di mattina alla Rainbow Street, vi porto alla Moschea Ecco… più che un tassista avevamo beccato una sorta di guida turistica! “Il mio nome è citato sulla Lonely Planet” ci aveva detto… Sarà vero? Chi lo sa, io non l’ho ancora trovato! Ma come dire di no alla visita di una delle attrazioni cardini di Amman: la Moschea del Re Abdullah. L’avevo eliminata dal programma per mancanza di tempo, ma il destino ha voluto diversamente, per cui eccoci davanti alla sua celebre cupola azzurra, decorata con iscrizioni coraniche *_*

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Il tour con il “tassista” parte da un negozietto situato ai piedi della moschea, dove mi viene fornito il vestito adeguato per entrare: una lunga tunica nera (abeyya), con tanto di cappuccio incorporato per coprire il capo. All’ingresso togliamo classicamente le scarpe: la sala principale è immensa, può ospitare fino a 7000 fedeli! Mi fermo ad osservare qualcuno che prega su quella splendida moquette rossa capace di ipnotizzare subito gli occhi con le sue decorazioni geometriche.

Una moschea diversa dalle solite che ospita una bella collezione di fotografie ed effetti personali del re Abdullah I, ceramiche, monete e incisioni su pietra. Il nostro tassista è peggio di una vera guida, ci racconta innumerevoli storie, spiegandoci ogni quadro appeso al muro! Ho temuto che avremmo fatto notte lì dentro, ma fortunatamente siamo usciti ancora con la luce del sole!

Ormai il programma della giornata è andato in fumo… siamo totalmente fuori dalla tabella di marcia ed è solo il primo giorno di vacanza! Non possiamo comunque andare via senza mangiare, per cui ci facciamo accompagnare dal famoso Hashem Restaurant. Lo conoscete? Sicuramente sì… i suoi piatti di hummus e falafel circolano su instagram come se fossero delle divinità. Ed in effetti sono buoni, ma è il posto ad essere ancora più folkloristico: piccolo, rumoroso, affollatissimo e con uno standard igienico sicuramente discutibile… eppure sì mi piace. Mi mette allegria, profuma di oriente e trasuda di popolo. Accaparrarsi un tavolo da Hashem è davvero difficile, ma non impossibile: basta occhiare il cameriere giusto e mostrarsi disperati! 😀

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Al centro del caldo e con oltre 3 ore di ritardo, salutiamo Amman per raggiungere il magico deserto rosso del Wadi Rum. Ci aspettano ben 4 ore di viaggio lungo la Desert Highway! La capitale giordana è stata solo un antipasto, adesso arriva il primo vero piatto da portata, uno dei pezzi forti del menù. Ho di nuovo l’acquolina in bocca 😀

VIAGGIO IN GIORDANIA: il magico deserto del Wadi Rum!

Il deserto del Wadi Rum non sai mai cosa ti riserva. Un semplice safari sapevo che non mi sarebbe bastato, volevo di più, molto di più. Doveva essere un’esperienza travolgente, di quelle che restano impresse per sempre. Ecco perché ho scelto di trascorrere una notte in una bolla trasparente, tra monoliti rossastri e tramonti infuocati. Non potevo perdermi nemmeno un istante di quel luogo: volevo che ogni sfumatura di cielo fosse mia, dall’alba all’imbrunire. Quel cielo era di un’altra terra.

Sono circa le 18 quando incrociamo il famoso bivio per il deserto. La strada è buona finché il navigatore ci suggerisce di girare a sinistra e infatti eccola lì l’insegna inconfondibile dell’hotel: BUBBLE LUXOTEL! Ancora non ci credo… questa sera dormiremo davvero all’interno di una bolla trasparente e pressurizzata nel deserto *_* l’adrenalina sale a mille. Pochi km di strada sterrata e raggiungiamo un piazzale abbandonato dove lasciare la macchina per salire a bordo di un 4×4 che ci condurrà alla struttura. Inizia qui la nostra avventura nel deserto del Wadi Rum, la sabbia addosso, il vento, i sorrisi spontanei, il cuore che batte più del normale… e ancora non è accaduto proprio nulla.

UNA NOTTE IN UNA BOLLA TRASPARENTE NEL DESERTO

La nostra bolla è situata a ridosso della montagna. Al Bubble Luxotel ogni cosa è creata per farti vivere un sogno: jacuzzi privata, amaca dondolante, salotto vista deserto, camera con tetto trasparente. Una sola è la regola per far sì che tutto questo funzioni alla perfezione: MAI APRIRE contemporaneamente le due porte d’ingresso o la bolla verrà risucchiata!

Il tempo di una doccia e ci cambiamo velocemente per la serata speciale. Il sole comincia a calare e la vista è straordinaria. Cosa fare in queste due ore? Beh… assolutamente nulla, se non godersi il silenzio. Un silenzio che avevo desiderato per anni. L’assenza di rumore nel deserto è qualcosa che ti rigenera dentro, tira fuori qualunque tipo di stress, ansia, pensiero, disintegrandolo. Tutto quello che devi fare è sederti su un’amaca e guardare il cielo mentre si tinge lentamente di rosso.

IL TRAMONTO PIU BELLO CHE ABBIA MAI VISTO!

Di tramonti incredibili sì.. ne ho visti tanti nel mondo, anzi tantissimi… Ma questo aveva appena scalato la classifica della mia top 10 in un istante… semplicemente perché era di più di un tramonto. Era il dispiegarsi di un sogno ricorrente che facevo da bambina: io che salivo su un tappeto magico e sorvolavo il mondo dall’alto, nel cuore di una notte d’Oriente. E così che mi tornarono alla mente le colonne sonore di Aladdin, il mio film Disney preferito.

“Brilla il sole da Sud, soffia il vento da Nord, c’è un’intensa complicità. Sul tappeto ora va, dove andare lo sa, nelle notti d’Oriente andrà. Le Notti d’Oriente fra le spezie e i bazar, son calde lo sai, più calde che mai, ti potranno incantar”.

UNA SCENA DA MILLE E UNA NOTTE

Quante volte avrei voluto strofinare anch’io la lampada per realizzare quel sogno. Quella sera, però, si stava avverando sul serio, ero realmente in quella magica terra dalle mille e una notte. Non stavo volando fisicamente su un tappeto eppure mi sentivo in alto, sopra le nuvole forse, in una posizione privilegiata. L’amaca mi trascinava su e giù, senza però scandire il tempo che finalmente non stava sfuggendo, era lento, era eterno.

Pensavo che il meglio di quel tramonto fosse già passato, invece doveva ancora arrivare. Scendiamo dalla terrazza per filmare gli ultimi attimi di luce e mi volto indietro a guardare la bolla. Eccolo lì il finale inaspettato del nostro film: tutto il deserto era riflesso nella bolla, così come il sole, il cielo.. ogni residuo di luce vibrante era racchiuso lì dentro. “Filma, Scatta, Veloceee!” Era l’unica frase che avrei potuto dire.

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Quante possibilità c’erano di filmare una vera scena dalle mille e una notte? Non lo so… so solo che il destino mi aveva regalato questo viaggio in una notte di disperazione ed io, per fortuna, mi ci ero aggrappata più che potevo.

SILENZI E RISVEGLI NEL DESERTO

Mi ci è voluto un po’ per svegliarmi da quelle due ore da pellicola cinematografica. Occorre cibo, tanto cibo, rigorosamente super speziato, per festeggiare questa serata. Ci rechiamo al ristorante allestito anch’esso all’interno di grandi bolle. La cena è a buffet, quanta roba… cosa prendo? Mi fiondo sul riso e lenticchie all’orientale, una squisitezza! All’uscita è buio pesto nel deserto, ci sono solo le lanterne a illuminare le passerelle di legno che collegano le bolle. Sono le 10 e non ho la benché minima voglia di dormire, nonostante io sia in piedi dalle 6 e abbia attraversato tutta la Giordania in 4 ore per arrivare fin qui! Allora che si fa?

Niente di particolare: piscina e stelle, ma soprattutto silenzio. Un silenzio ancora più assordante di prima. La dimensione parallela del non rumore mi culla dolcemente fino a mezzanotte. Tanto domani si dorme… come no.. non posso perdermi mica l’alba! Alle 5 in punto mi risveglio in quella stessa dimensione che avevo lasciato.

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VIAGGIO IN GIORDANIA: alla scoperta del Wadi Rum!

Risvegliarsi nel Wadi Rum è stato come risvegliarsi da quel mio sogno del tappeto volante. Mi assale subito la nostalgia. Alessandro è ancora al terzo sonno, quando io ho già fatto 2 cambi di abito e scattato mille foto! Esco fuori a godermi un nuovo inizio di questo viaggio in Giordania: non c’è anima viva, né si sente alcun tipo di suono…praticamente il vuoto assoluto. Di quei vuoti che ti riempiono il cuore di felicità. Alle 6 saliamo sulla montagna mentre l’intero resort dorme beato. Una scalata semplice ma non semplicissima, soprattutto con cavalletto in mano e abito lungo!! Dura vita da influencer 😀 La vista delle bolle dall’alto non ha prezzo, siamo davvero su Marte! Non potevamo essere ancora sulla terra…

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Rimaniamo più di un’ora lì sopra; vedo passare cammelli e beduini avvolti da una luce nebulosa, appannata, fioca. C’è come un velo di mistero fra le rocce che invita alla contemplazione. Tuttavia, la fame non tarda a farsi sentire e le lancette scorrono veloci. Se non ci affrettiamo a fare colazione perdiamo il safari! Scendiamo di corsa rischiando una slogatura al piede…ma ogni tanto la fortuna ci assiste.

SAFARI NEL DESERTO ROSSO DEL WADI RUM

Alle 8.30 ecco arrivare “Al Indi” (si scriverà così?!Chissà…), il nostro simpatico beduino che ci accompagnerà, per circa 3 ore, alla scoperta dei meandri più segreti del deserto. L’aria è tersa, non fa ancora caldo, ma il vento sul fuoristrada è piuttosto forte. Bisogna bardarsi per bene, proteggendo il capo dal sole e gli occhi dai granelli di sabbia. Inizia a volare ogni cosa. Che emozione, si parte!

Non sapevamo che cosa avremmo visto in quel nulla cosmico di rocce e sabbia, ma ci bastava sapere di esserne parte per un giorno. Pochi metri e quel paesaggio lunare e sconfinato ci lascia subito senza parole. Il magico mondo descritto da Lawrence d’Arabia… beh ora capisco perché abbia ispirato così tanti film di fantascienza e avventura. Giusto per citarne alcuni: Mission to MarsFree zone, Pianeta Rosso, Transformers, Sopravvissuto The Martian e il celeberrimo Indiana Jones e l’ultima Crociata.

WADI RUM: TOP 6 PHOTO SPOTS!

  1. Roccia a forma di grande fungo
  2. Casa di Lawrence d’Arabia
  3. Archi di pietra (o ponti)
  4. Roccia a forma di nave
  5. Dune rosse
  6. Incisioni rupestri 

Il Wadi Rum è un deserto roccioso con rare dune che ci ricorda inevitabilmente l’Arizona. Nasconde molti spot fotografici: locations cinematografiche, formazioni granitiche dalla forme bizzarre, archi di pietra, siti storici e perfino iscrizioni rupestri risalenti alla preistoria, perfettamente conservate sulle pareti della roccia arenaria. Il tutto è disseminato da dromedari e cammelli appartenenti ai beduini che vivono in tende, sparse qua e là nel deserto.

NELLA TENDA DI UN BEDUINO

Come per altri paesi del Medio Oriente, una delle immancabili tradizioni è quella di riunirsi nelle tende a bere insieme un tè. Pertanto, accade spesso in un viaggio in Giordania che vi venga offerto il tipico tè locale. Bello rinfrescante vero? No… proprio per niente! Preparatevi ad ustionarvi la lingua e l’esofago nonostante i 30 gradi! Non vorrete mica rifiutare un tè ai beduini?!

L’usanza è questa che piaccia o meno. Non c’è safari che non si concluda nella tenda di un beduino a scambiare due parole e acquistare spezie, vestiti o altri oggetti di artigianato locale. Così anche noi ci siamo ritrovati nella tenda di 3 beduini, circondati da brocche di tè fumanti e cimeli orientali. Sedetevi comodi sui cuscinoni rossi e neri, la strada del ritorno è lunga e il caldo adesso è davvero intenso.

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RUOTE IMPANTANATE NEL DESERTO: A SALVARCI I BIMBI DEL VILLAGGIO!

Salutiamo il deserto sotto il sole cocente delle 13 per raggiungere la mitica meraviglia di Petra. Stiamo quasi per arrivare all’imbocco della Desert Highway, ma qualcosa va storto. Non chiedetemi perché Alessandro ha deciso di deviare il percorso indicato dal navigatore… anzi chiedetelo a lui! Fu così che, nel tentativo inspiegabile di seguire un’auto davanti a noi, ci ritroviamo con le ruote impantanate nella sabbia. OK.. calma e sangue freddo. Beh.. difficile con 40 gradi senza ombra e soli nel deserto! Ma sì qualcuno verrà di sicuro a salvarci, crediamoci!

Fortuna volle che anche il tizio davanti a noi, ritrovatosi nelle stesse condizioni, stesse tornando indietro. Tentiamo invano di aiutarci a vicenda, ma la situazione non sembra migliorare finché il buon Dio ci manda un beduino munito di corda. Le forze però non bastano… ecco che accorrono perfino due bambini del villaggio a spingere la nostra macchina! Incredibile!

Dopo un’ora fermi in balia di un caldo ultra torrido, ci immettiamo finalmente in autostrada. Tiro un sospiro enorme di sollievo… Che volete che vi dica… avete mai fatto un On The Road senza imprevisti del genere? Io no.

IN VIAGGIO VERSO PETRA…

Dopo certe disavventure ti chiedi cos’altro ti aspetta nei prossimi giorni! Meglio non pensarci. Concentriamoci a raggiungere la magnifica Petra. La strada in prossimità della città diventa un sali e scendi a mo’ di montagne russe in mezzo al nulla. Dove può essere nascosta Petra?! Poi all’improvviso ecco sbucare la città: un enorme villaggio, a tratti addirittura moderno. Si vede subito che è il posto più turistico di tutta la Giordania. Dopo tante salite, inizia la ripida discesa verso la valle del Wadi Musa. In lontananza il Visitor Center e il nostro albergo è proprio lì di fronte, siamo arrivati *_*

Alle 5 del pomeriggio, stanchi e provati dal viaggio, non possiamo fare altro che riposarci e ricaricare le forze in vista della giornata impegnativa di domani. Quella piccola disavventura nel deserto ci è costata anche un pranzo saltato, stiamo letteralmente morendo di fame! Usciamo a piedi in cerca di un ristorante ma non c’è nulla di aperto. Scordatevi di poter mangiare a qualsiasi orario a Petra! Troverete soltanto qualche chiosco e mini market. Non ci resta che ingozzarci di snaks e schifezzine per sopravvivere fino alla sera.

VIAGGIO IN GIORDANIA: le meraviglie di Petra!

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Alle 5 del mattino suona puntuale la mia sveglia, la più mattiniera di tutto il viaggio in Giordania. Non avevo altra scelta: il sito di Petra apre le porte alle 6.30 e non possiamo che essere i primi ad entrare, altrimenti addio fotografie. Il cameriere dell’hotel ci prepara due graziosi packet lunch per il nostro pranzo a sacco. La giornata è lunga e l’emozione è già altissima. Ho aspettato questo momento per non so quanto tempo, niente doveva andare storto stavolta… ecco le mie ultime parole famose.. vi consiglio di pronunciarle né pensarle mai!

Arriviamo al Visitor Center e ci sono già alcuni turisti nonostante sia l’alba! Cominciamo bene. Inoltre, fa incredibilmente freddo e noi non ci siamo attrezzati affatto per questa evenienza! Ma com’è possibile che ci sia questo vento freddo!? Fortunatamente ho con me una specie di giacca.. e comunque sempre meglio patire il freddo che il caldo di ieri! Varchiamo l’ingresso e ci incamminiamo verso il Siq percorrendo circa 2 km a piedi. Già penso alla sera, quando dovrò rifare questa strada per tornare in albergo dopo una giornata di fatiche. Meglio non fare adesso questi pensieri… pensiamo a Petra che sta per sbucarmi davanti agli occhi *_* non sto più nella pelle, cammino coi battiti sempre più accelerati.

GIORDANIA COME IN UN CANYON DELL’ARIZONA

Ad un certo punto ci ritroviamo nel Siq, la famosa gola racchiusa fra le rocce rosate. Mi ricorda subito Antelope Canyon in Arizona, il ventre della terra lo chiamavo. Lo scenario è lo stesso ma i colori sono diversi: qui è tutto rosaceo, non a caso Petra è stata definita la città rosa. Non posso fare a meno di toccare ogni secondo quelle pareti rocciose, lisce e modellate dai secoli. Mi fa sentire il tempo fra le mani e il suo passato misterioso di capitale dei Nabatei.

Ad ogni passo cresce l’ansia di scorgere il tesoro all’improvviso. Lo dicevano tutti ed è proprio vero.. sembra sempre dietro l’angolo e invece non arriva mai. Alla fine però ti coglie di sorpresa, quanto meno te l’aspetti eccola lì: Petra, la meraviglia delle meraviglie.

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IL TESORO DI PETRA: LA PRIMA VISTA NON SI SCORDA MAI!

Il fiato si fa corto di fronte al Tesoro di Petra. Ero partita con le migliori intenzioni fotografiche, carica di energia, ma rimango bloccata. Capita sempre in posti come questo: una tale bellezza distrae e disorienta. Non sai mai come filmarla per renderle giustizia prima che arrivi la gente, prima che tutto quello che hai davanti possa sfuggirti di mano in un istante.

C’era solo una cosa che avrei potuto fare di fronte a Petra: eclissarmi. Spegnere qualunque rumore intorno a me con la mente… perché la mente è potente, diceva un mio professore di Neurofisiologia. La mente può selezionare ciò che vuole e annullare il resto. E fu proprio quel sofisticato meccanismo percettivo di Bottom Up e Top Down a salvarmi. Vai Daniela, vai oltre la gente, oltre la voce insistente di quei beduini; non badare ai cani, al freddo, alle lancette dell’orologio e porta a casa Petra, la tua Petra.

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COSA VEDERE A PETRA IN 1 GIORNO

Il Tesoro di Petra è decisamente una delle 7 meraviglie del mondo, tra le più belle forse, se non la più bella di tutte! Nonostante la sua indiscutibile bellezza, non è l’unica cosa capace di sorprenderti in questo grande parco archeologico. Di bellezze ce ne sono parecchie, una in particolare se la gioca molto col tesoro: sto parlando del mitico Monastero di Petra (Al Deir). Raggiungerlo richiede non pochi sforzi, ma alla fine è meno faticoso di quanto si possa pensare. Il segreto per non stancarsi è incamminarsi subito dopo aver visto il tesoro, senza fermarsi altrove. Lo so… è più facile a dirsi che a farsi. Lungo il tragitto non si può fare a meno di una sosta alle colonne del Teatro costruito dai Nabatei oltre 2000 anni fa e poi ampliato dai romani.

5 POSTI INSTAGRAMMABILI DI PETRA

  1. Siq & The Treasury
  2. Roman Theater
  3. Street of Facades
  4. Royal Tombs
  5. Al Deir (Monastery)
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La strada per il Monastero è costeggiata da innumerevoli tombe scavate nella roccia, tutte meritevoli di una foto, ma non abbiamo tempo. Mai perdere di vista l’obiettivo, ovvero arrivare al monastero entro le 10 per evitare il caldo e i turisti. La sfida è più che fattibile: in 45 minuti arriviamo alla famosa scalinata che conta oltre 800 gradini! Una salita impegnativa che alcuni pensano bene di fare a bordo dei poveri asinelli, sfruttati dai beduini per fare soldi. Non prendeteli mai vi prego! Abbiamo due gambe e due piedi perfettamente in grado di farcela e poi un po’ di sana attività fisica non ha mai fatto male a nessuno… anzi! Basta fare tutto con calma, concedendosi di tanto in tanto momenti di riposo.

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LA SALITA VERSO IL MONASTERO

Ad alleviare le fatiche ci penseranno i tratti rettilinei che si alternano ai gradini e le tante bancarelle di souvenir e artigianato locale. Lo so.. i beduini sanno essere davvero invadenti, ma sono fatti così. Scherzateci su e promettetegli di comprare qualcosa magari al ritorno (occhio che si ricorderanno al cento per cento delle vostre facce, non pensate di farla franca!). Alla fine dell’ultimo tratto inizia una piccola discesa: è lì che capirete di essere arrivati alla meta. Il Monastero si staglierà improvvisamente alla vostra destra: un’emozione indescrivibile!

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È difficile esprimere le sensazioni che si accavallavano in quegli istanti di felicità. A prevalere è il senso di soddisfazione per avercela fatta. Avevo scalato un’intera montagna con abito a strascico, scarpe simili a infradito, zaino sulle spalle e cavalletto in mano…Non so se mi spiego! Quello che avevo di fronte era la giusta ricompensa: una bellezza senza precedenti, senza rivali. Forse era più bello perfino del Tesoro, non saprei quale scegliere. So solo che non ho mai visto così tante meraviglie in poche ore.

COSA VEDERE AL MONASTERO DI PETRA

Il Monastero è ricco di cosiddetti View Point per poterlo ammirare. Ci dirigiamo verso la prima altura dov’è nascosta una sorta di mini grotta che fa da cornice al monastero stesso. Uno di quei posti instagrammabili da non perdere ed in effetti come poterci rinunciare?!

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Iniziamo a salire sempre più in alto seguendo i cartelli che indicano i diversi punti panoramici. Bandiere giordane sventolano già a metà percorso, la vista si apre poi ad un paesaggio mozzafiato che si spinge oltre i confini e i deserti d’Israele. Le parole in Giordania sono spesso superflue. Parlare serve a poco, ci si concentra sulle immagini, sulle emozioni. Ci si sente sospesi in un tempo perduto, quasi vorremmo riaverlo, riviverlo, ma è impossibile. Nessuno sa che cosa sia realmente accaduto qui migliaia di anni fa, eppure se ne avverte ancora la presenza.

Non sono neanche le 11 di mattina quando ci avviamo per il sentiero del ritorno. Avremmo dovuto visitare Petra in 2 giorni, ma sarebbe stato inutile. In 5 ore avevo visto e provato tutto ciò che avevo sognato per anni e anche di più. E non ero nemmeno stanca! Come impiegare allora il tempo fino alla sera? Ecco che in quel momento mi venne in mente una di quelle idee malsane, destinate a rovinarti la giornata: “Andiamo a vedere il tesoro dall’alto!”

IL TESORO DALL’ALTO VALE DAVVERO OGNI FATICA ??

Premetto che non avrei mai intrapreso alcun percorso fuori legge proposto dai beduini, per cui non mi restava che seguire quello ufficiale: Al Khubtha Trail. Etichettato da tutti come “semplice” non mi spaventava affatto. Alle 12 iniziamo la nostra scalata convinti di potercela fare in un tempo relativamente breve. Dopo più un’ora di salita sotto il sole, la situazione comincia a pesare. Ma quando si arriva? Me lo sarò chiesta almeno 10 volte prima di arrivare veramente alla fine!

Ad un certo punto ho creduto sul serio di non farcela. Le energie della mattina, che mi avevano condotto al Monastero fresca come una rosa, mi stavano letteralmente abbandonando! Maledetta io che ho voluto intraprendere una tale follia! Ormai non posso mica arrendermi a metà percorso.

Giunti alla fatidica tenda con vista sul tesoro, ci sediamo per mezz’ora a bere il solito tè col beduino insieme a due ragazzi francesi. Sul muro le firme di chi è riuscito ad arrivare fin qui: lasciamo anche noi la nostra impronta. Mi pare il minimo! Eccola lì quella vista così ambita e instagrammabile. Bella? Sì… ma valeva la fatica spesa? Sul momento avrei risposto no, la fatica offusca qualunque emozione ve lo assicuro! A posteriori, beh… se riguardo questa foto come si fa a dirvi di no?!

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I bei ricordi valgono sempre ogni fatica, tuttavia sono certa che non lo rifarei mai! Stremati da quelle 4 ore passate a scalare una montagna per una foto, ritorniamo di nuovo ai piedi del tesoro per avviarci all’uscita.

ADDIO PETRA E GRAZIE INFINITE

Rimango un po’ a guardare Petra per l’ultima volta. Lo sguardo dell’addio lo conosco bene. So già che non torneremo più.. Certi viaggi non si ripetono, si vivono una volta e durano in eterno. Addio Petra e grazie di tutto. Sei stata una luce abbagliante in un periodo buio, di quelle gioie che arrivano dal cielo e ti piombano addosso per sollevarti da terra e riportarti di nuovo alla vita.

Non ricordo alcun pensiero durante quegli ultimi interminabili chilometri verso l’uscita. La stanchezza offusca qualsiasi possibilità di elaborazione mentale. Non sento più le gambe, i piedi, nulla. Il mio corpo si muove per inerzia. L’arrivo in albergo è come un miraggio e il materasso del letto diventa il posto più bello del mondo! Il sole tramonta tardi dietro le montagne del Wadi Musa. Prima di addormentarci diamo un’occhiata al conta passi: 24 km a piedi compiuti nel sito di Petra in sole 12 ore, la metà dei quali, peraltro, in salita! Ma come caspita li abbiamo fatti?!

Non mi sembra possibile. Petra sei stata l’esperienza più faticosa ed incredibile della mia vita. Che dire di più… mi sento fortunata.

VIAGGIO IN GIORDANIA: Mar Morto tra scogliere di sale e piscine super lusso!

Sapevate che il punto più basso della terra si trova proprio al confine tra Giordania ed Israele? Si tratta del Mar Morto, un enorme lago salato situato a circa 400 metri sotto il livello del mare. La sua elevata salinità consente di galleggiare in acqua e il suo fango, ricchissimo di minerali, è conosciuto per le sue proprietà curative. E allora come non concludere un viaggio in Giordania in un posto come questo? Preparatevi ad una Giordania diversa, fatta di alberghi lussuosi che vantano percorsi spa e piscine mozzafiato, ideali per soggiorni all’insegna del completo benessere e relax. Ma attenzione: chi l’ha detto che il Mar Morto è per forza sinonimo di super lusso?

LE SCOGLIERE DI SALE DEL MAR MORTO

Provare l’esperienza del galleggiamento senza spendere un centesimo è possibile… Basta fermarsi lungo la strada (Jordan Valley Highway) a pochi km a sud di Wadi Mujib: non ci sono cartelli, ma soltanto un’ampia piazzola panoramica dove lasciare la macchina per scendere a piedi fino al mare.

Noi arriviamo intorno alle 11 quando il sole picchia fortissimo. Il Mar Morto è una delle zone più calde del paese, il fresco mattutino di Petra è ormai un lontano ricordo, così come il deserto e i colori delle rocce. Qui il paesaggio si tinge di azzurro, contrastando le candide scogliere di sale che si aggettano sul mare turchese.

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La costa è frastagliata e le onde s’infrangono sugli scogli bianchi come la neve e duri come la pietra! La magia di questo posto, ahimè, fa a pugni con l’inciviltà umana che non risparmia nemmeno i luoghi più autentici da plastiche e immondizia! Fortunatamente questi rifiuti non ne offuscano l’essenza; basta sedersi sul sale e spingersi con lo sguardo all’orizzonte verso il mare e Israele. Il nostro viaggio in Giordania stava per giungere a termine e quella fine non poteva essere altrove.

UNA NOTTE NEL RESORT PIU’ LUSSUOSO DEL MAR MORTO!

Dalle scogliere dimenticate al super lusso è un attimo: in 10 minuti di macchina ci ritroviamo in un resort grande come un villaggio! Un vassoio e 2 bicchieri di succo fresco al melograno ci accolgono subito all’ingresso di un’immensa hall in stile Emirati Arabi! Benvenuti al Kempiski Ishtar Dead Sea Hotel, l’hotel 5 stelle più lussuoso del Mar Morto: 7 ristoranti e 9 piscine spettacolari! La mia preferita è la Sunken Pool, circondata da altissime palme che mi ricorda Beverly Hills. E’ proprio lì che mi fiondo immediatamente per fare una foto!

Si respira un’aria di assoluta pace e relax. Ci spostiamo a fare un bagno nelle diverse piscine, una più bella dell’altra. Nel tardo pomeriggio decidiamo di scendere in spiaggia a provare anche noi i famosi fanghi curativi del Mar Morto.

Il sole sta già scomparendo tra le nuvole e il tramonto è talmente veloce che si fa fatica ad afferrarlo. Le luci della sera rendono tutto surreale, soprattutto dalla terrazza più alta del resort dove la vista è incantevole ed esclusiva. Ci addormentiamo stanchi e già nostalgici, con le valigie a terra pronte al ritorno. Meglio non guardarle, preferisco osservare la luna riflessa sul mare.

ULTIMA ALBA IN GIORDANIA

Domani non vedrò più l’alba nel cielo giordano, mi sveglio alle 6 con questo pensiero. Questa è l’ultima alba del mio viaggio in Giordania, spero sia speciale. E come poteva non esserlo? Mi incammino verso la piscina più esclusiva del resort, mentre il resto del mondo ancora dorme. Ci sono solo i bagnini che si preparano all’apertura delle 8.

Per fortuna mi concedono un bagno prima dell’orario consentito. Non avrei mai potuto aspettare l’arrivo dei turisti.. Il mio momento è ora, quando regna il silenzio e la piscina si confonde con il cielo e con il mare. Sarà il colore dell’alba a fare la differenza: quella luce calda dai contrasti leggiadri sulla pelle, filtra tra le palme e si riflette sull’acqua ancora fredda, in cui mi tuffo all’istante. Fra circa 3 ore sarò già su un aereo per l’Italia. Che m’importa di patire il freddo, adesso sono qui e il tempo si è cristallizzato. Non sento nulla, se non il sole che inizia a riscaldarmi le guance bruciacchiate.

Tutto si muove a rallentatore, come quando ci si stiracchia tra le coperte per mezz’ora prima di alzarsi. Nessuno vorrebbe svegliarsi dal quel sogno e si trattiene a letto, mentre io mi trattengo in quell’acqua gelida che all’improvviso mi sembra bollente. Non so nemmeno quanti minuti io sia stata a mollo, a pelle un’eternità ma probabilmente è stato giusto il tempo di un’ultima indimenticabile alba.

COSA VUOL DIRE UN VIAGGIO IN GIORDANIA

Non sono brava con i saluti, ancora meno con gli addii. Di fatto non li reggo. Un viaggio in Giordania sapevo già che cosa avrebbe comportato: un bagaglio carico di ricordi intensi e ben saldi tra loro. Difficile che il tempo riesca a frammentarli.

La Giordania si era insinuata dentro di me da oltre 3 anni. Tanti ostacoli avevano impedito la realizzazione di questo sogno, rimandato più volte e alla fine abbandonato. La verità è che non era mai andavo via, era rimasto lì nel sottofondo del mio cuore in attesa di un momento più propizio. Fu così che quella sera, in cui la luna mi sembrava pallida e la vita opprimente, riemerse all’improvviso nell’istinto di un semplice clic su “acquista biglietto“. Il tempo era lento e un attimo dopo veloce. Soltanto dieci giorni e sarei arrivata a Petra… “cioè a Petra per davvero fra soli 10 giorni?!”… Stavolta Sì! Continuai a ripetermelo fino a mezzanotte finché divenne credibile.

Un viaggio in Giordania è un crescendo di emozioni che non potrai misurare. Emozioni che si consumano sulla strada, km dopo km, tra il cielo e il nulla. La vita la senti pulsare ad un ritmo sconosciuto; l’afferri nei sorrisi dei bimbi in canottiera, nei colori della terra, nel profumo dei falafel. I tramonti della Giordania continuerai a vederli da casa ogni volta che guarderai l’orizzonte. Così come l’alba, la sabbia, il sale e il vento che ti scombina perennemente i capelli.

La fine di un viaggio in Giordania è sempre il superamento di qualcosa: un proprio limite, una fase di stallo, un passaggio stretto, un muro insormontabile. Un nuovo lato di te si farà strada durante l’intero percorso fino a farsi conoscere. Come una Luna nuova dopo l’eclissi.

Un viaggio in Giordania non è soltanto un nuovo inizio, è il finale che non hai ancora avuto.

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